GIACOMO LEOPARDI
|
Giuseppe Bonghi Introduzione
Nel 1845 il Ranieri, all’interno di
una edizione delle Opere
leopardiane da parte della casa editrice
Le Monnier, pubblicò una raccolta di
centoundici pensieri, che il Leopardi
aveva lasciato incompiuta. Era quasi
certamente il nucleo essenziale di un
manuale di filosofia pratica e il
tentativo di dare ordine al suo pensiero
con un lavoro di affinamento e di
riordino delle tante note sparese sul
comportamento umano, di cui era attento
osservatore. "Come altri grandi
autori prima di lui – Pascal,
Montaigne, Rousseau – voleva fare
della sua esperienza esistenziale
un’indagine capace di cogliere gli
aspetti universali dell’uomo",
non tanto con velleità di filosofo (ben
diversa avrebbe dovuto essere
l’organicità dell’opera e della
ricerca filosofica), quanto con intenti
d’artista, che vede la vita e l’uomo
e cerca di coglierne l’essenzialità.
Per concludere diamo nella tavola seguente l'elenco dei riferimenti dei Pensieri alle pagine dello Zibaldone, elenco tratto da: Leopardi, Tutte le opere, vol. I, a cura di Walter Binni, con la collaborazione di Enrico Ghidetti, Sansoni, Firenze 1969, pag. 1438)
|