Il
dolce Stil novo
A
Firenze si sviluppa la scuola più significativa di questo periodo.
Rappresentanti principali sono Guido Guinizelli e Guido Cavalcanti
(quest'ultimo influenzerà notevolmente Dante). Qui il tema dell'amore
viene purificato da ogni sensualità e diventa strumento di perfezione
morale (che porta anche a Dio), per cui esso è patrimonio di pochi
virtuosi. La donna è angelicata, oggetto di contemplazione. Lo stile
diventa molto raffinato-limpido-musicale. C'è molta più attenzione per
l'interiorità psicologica, per i sentimenti profondi. Lo stesso concetto
di "nobiltà" ora si riferisce solo allo stato d'animo, agli
intenti o all'ingegno.
La
poesia comico-realistica
Si
sviluppa sempre in Toscana e si contrappone allo stilnovismo. È
l'espressione della piccola-borghesia comunale e degli strati popolari più
attivi. Essa esalta ciò che la vita offre come piacere: vita gioiosa,
spensierata, amore sensuale, piaceri materiali e immediati. La donna a
volte è criticata perché considerata incapace di sentimenti
disinteressati. Altri motivi sono la polemica e la satira politica contro
i nemici personali, la caricatura scherzosa degli amici,
l'anticlericalismo. Lo stile è mediocre perché molto vicino al parlato,
adatto per una comunicazione immediata. Esponente più significativo:
Cecco Angiolieri.
Letteratura
religiosa in volgare
È
quella di Francesco d'Assisi, che rifiuta i valori medievali fondati sulle
rigide gerarchie e sulla guerra, i valori materialistici della nascente
civiltà borghese-mercantile, i valori della religiosità ufficiale, che a
livello teologico risultano incomprensibili alle masse e che a livello
pratico risultano poco credibili. Poema principale: Cantico di Frate
Sole (detto anche delle creature) del 1224. Si tratta di una
lode degli elementi naturali (aria, acqua, fuoco, terra, sole) che
rispecchiano -secondo l'autore- la bontà di Dio e che guidano l'uomo
all'amore, al perdono dei nemici, alla serena accettazione della morte. È
scritto in volgare umbro, semplice e comprensibile al popolo, benché sia
ripulito dai termini dialettali e modellato sul latino.
Poi
vi sono le laudi di Jacopone da Todi (francescano). Le migliori sono
quelle a sfondo politico, ove egli attacca gli abusi del papato e i
teologi che credono di poter trovare una giustificazione razionale della
fede.
Anche
i Fioretti di s. Francesco vennero scritti in un volgare di
carattere popolare. Viceversa, la Leggenda di S. Francesco, di
Bonaventura di Bagnoregio (1221-1274), che pure tratta della vita di un
santo caro alle masse popolari, per ragioni di decoro venne redatta
secondo i soliti canoni linguistici.
Letteratura
volgare in prosa
Rispetto
alla produzione in versi poetici, la prosa volgare si afferma più
lentamente, a motivo del fatto che in questo campo il latino deteneva
un'assoluta egemonia, mentre il genere poetico (visto sopra) non aveva
riscontri nella tradizione culturale latina del Medioevo. La prosa in
volgare si afferma perché le nuove classi dirigenti borghesi hanno
bisogno di esprimere culturalmente i loro interessi e la loro sensibilità
in una lingua alla loro portata. La prosa d'arte in volgare risponde
generalmente ad esigenze pratiche ed è costituita da cronache, resoconti
di viaggio (si pensi al Milione di Marco Polo), raccolte di
novelle, riduzioni enciclopediche, traduzioni in volgare di opere francesi
e latine.
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