E' un poema cavalleresco dedicato ad
Ippolito d'Este. Fu iniziato tra il 1502 e il 1503 e pubblicato a Venezia
il 1516 in 40 canti, Nel 1521 usci una seconda edizione migliorata nella
lingua e nello stile e nel 1532 la terza e definitiva in 46 canti. Le
fonti dell'opera sono: l' "Orlando innamorato" del Boiardo (di
cui si riprendono i personaggi principali e gli antefatti), il "Morgante"
del Pulci, i romanzi bretoni,l' "Odissea", l'
"Eneide", le "Metamorfosi" di Ovidio, la
"Tebaide" di Stazio.
L'Ariosto imita ancora Orazio,
Properzio, Lucano, Apuleio ed altri.
E' difficile, se non impossibile,
sunteggiare la trama dell' opera, che è ricchissima di episodi, neppure
sempre integralmente esposti nel medesimo luogo, ma spesso interrotti e
ripresi varie volte. E' possibile invece distinguere tre motivi
fondamentali cui assegnare di volta in volta i singoli episodi: il motivo
erotico (l' amore di Orlando per Angelica e quello di Ruggero e Bradamante),
il motivo encomiastico (glorificazione della oasa d'Este discendente dalle
nozze di Ruggero e Bradamante) e il motivo epico (guerra tra Agramante e
Carlo Magno attorno alle mura di Parigi).
Il Poeta rappresenta mirabilmente
tutto un mondo meraviglioso ed affascinante, in cui s'immerge dominandolo.
A questo mondo fantastico è imposta la legge del movimento, ordinato e
regolato dal Poeta, che ha la virtù di dar vita e grazia a tutto ciò che
tocca, di rappresentare con esattezza tutto ciò che crea. L'opera ha una
suggestione tutta sua, che deriva da quella composizione, operata dal
Poeta, di realtà e fantasia.
Il poema ha avuto in tutti i tempi
grande fortuna, ma i critici si sono sforzati sempre vivamente di
individuarne l'unità artistica, per definirne il valore. Da ultimo il
Croce ha affrontato il problema e lo ha risolto individuando l'unità di
ispirazione nel sentimento dell'armonia: il poeta avrebbe accettato con lo
stesso interesse tutti i vari sentimenti umani perché sommamente
impressionato dalla divina armonia che li regola. Da ciò dipende
l'inconsistenza della fisionomia dei singoli personaggi, non mai
completamente definiti, in quanto non hanno un significato reale in se
stessi, ma rappresentano l'immensa varietà degli atteggiamenti dell' Uomo
investito e nutrito dall'infinita gamma dei sentimenti. L'Ariosto fu il
cantore per eccellenza di tutti i sentimenti umani, dell'amore come
dell'odio, del coraggio come della viltà, ed ognuno rappresentò nelle
varie sfaccettature in cui si presenta nella realtà della vita. Ecco
perché l'Ariosto è giustamente considerato uno dei maggiori poeti
"lirici" di tutti i tempi.