Giovanni Verga
I Malavoglia
Introduzione
Questo racconto è lo studio
sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili
condizioni le prime irrequietudini pel benessere; e quale perturbazione debba arrecare in
una famigliuola, vissuta sino allora relativamente felice, la vaga bramosìa
dellignoto, laccorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio.
Il movente dellattività umana
che produce la fiumana del progresso è preso qui alle sue sorgenti, nelle proporzioni
più modeste e materiali. Il meccanismo delle passioni che la determinano in quelle basse
sfere è meno complicato, e potrà quindi osservarsi con maggior precisione. Basta
lasciare al quadro le sue tinte schiette e tranquille, e il suo disegno semplice. Man mano
che cotesta ricerca del meglio di cui luomo è travagliato cresce e si dilata, tende
anche ad elevarsi e segue il suo moto ascendente nelle classi sociali. Nei Malavoglia
non è ancora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene
avidità di ricchezze, e si incarnerà in un tipo borghese, Mastro don Gesualdo,
incorniciato nel quadro ancora ristretto di una piccola città di provincia, ma del quale
i colori cominceranno ad essere più vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato.
Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa de Leyra; e ambizione
nellOnorevole Scipioni, per arrivare allUomo di lusso, il quale
riunisce tutte coteste bramosìe, tutte coteste vanità, tutte coteste ambizioni, per
comprenderle e soffrirne, se le sente nel sangue, e ne è consunto. A misura che la sfera
dellazione umana si allarga, il congegno della passione va complicandosi; i tipi si
disegnano certamente meno originali, ma più curiosi, per la sottile influenza che
esercita sui caratteri leducazione, ed anche tutto quello che ci può essere di
artificiale nella civiltà. Persino il linguaggio tende ad individualizzarsi, ad
arricchirsi di tutte le mezze tinte dei mezzi sentimenti, di tutti gli artifici della
parola onde dar rilievo allidea, in unepoca che impone come regola di buon
gusto un eguale formalismo per mascherare ununiformità di sentimenti e didee.
Perché la produzione artistica di cotesti quadri sia esatta, bisogna seguire
scrupolosamente le norme di questa analisi; esser sinceri per dimostrare la verità,
giacché la forma è così inerente al soggetto, quanto ogni parte del soggetto stesso è
necessaria alla spiegazione dellargomento generale.
Il cammino fatale, incessante,
spesso faticoso e febbrile che segue lumanità per raggiungere la conquista del
progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nellinsieme, da lontano. Nella luce
gloriosa che laccompagna dileguandosi le irrequietudini, le avidità,
legoismo, tutte le passioni, tutti i vizi che si trasformano in virtù, tutte le
debolezze che aiutano limmane lavoro, tutte le contraddizioni, dal cui attrito
sviluppasi la luce della verità. Il risultato umanitario copre quanto cè di
meschino negli interessi particolari che lo producono; li giustifica quasi come mezzi
necessari a stimolare lattività dellindividuo cooperante inconscio a
beneficio di tutti. Ogni movente di cotesto lavorìo universale, dalla ricerca del
benessere materiale alle più elevate ambizioni, è legittimato dal solo fatto della sua
opportunità a raggiungere lo scopo del movimento incessante; e quando si conosce dove
vada questimmensa corrente dellattività umana, non si domanda al certo come
ci va. Solo losservatore, travolto anchesso dalla fiumana, guardandosi
intorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si
lasciano sorpassare dallonda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia
disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sovravvegnenti, i vincitori
doggi, affrettati anchessi, avidi anchessi darrivare, e che
saranno sorpassati domani.
I Malavoglia, Mastro-don
Gesualdo, la Duchessa de Leyra, lOnorevole Scipioni, lUomo
di lusso sono altrettanti vinti che la corrente ha deposti sulla riva, dopo averli
travolti e annegati, ciascuno colle stimate del suo peccato, che avrebbero dovuto essere
lo sfolgorare della sua virtù. Ciascuno, dal più umile al più elevato, ha avuta la sua
parte nella lotta per lesistenza, pel benessere, per lambizione -
dallumile pescatore al nuovo arricchito - alla intrusa nelle alte classi -
alluomo dallingegno e dalle volontà robuste, il quale si sente la forza di
dominare gli altri uomini, di prendersi da sé quella parte di considerazione pubblica che
il pregiudizio sociale gli nega per la sua nascita illegale; di fare la legge, lui nato
fuori della legge - allartista che crede di seguire il suo ideale seguendo
unaltra forma dellambizione. Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto
di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per
studiarla senza passione, e rendere la scena nettamente, coi colori adatti, tale da dare
la rappresentazione della realtà comè stata, o come avrebbe dovuto essere.
Milano, 19 gennaio 1881.
© 1996 - by prof. Giuseppe Bonghi - E-mail: Giuseppe.Bonghi@mail.fausernet.novara.it
Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 1998