Giuseppe Bonghi
NOTE
Arianna inferma
di
Francesco Redi
nota - 1 - Al replicato invito: "L'invito, che a bere altrui si fa da chi è ad un banchetto, è lo stesso che far brindisi; e chi non corrisponde, pecca in gentilezza, ed è tenuto per iscortese. Mons. Giovanni della Casa nel suo pulitissimo Galateo: 'Lo invitare a bere, la qual usanza, siccome non nostra, noi nominiamo come vocabolo forestiero, cioè far brindisi, è verso di se biasimevole, e nelle nostre contrade non è ancora venuto in uso; sicchè egli non si dee fare. E se altri inviterà te, potrai agevolmente non accettar lo 'nvito, e dire che tu ti arrendi per vinto, ringraziandolo, o pure assaggiando il vino per cortesia, senza altramente bere.' Oggidì questo precetto del Casa è andato letteralmente in disuso. (Salvini-Bianchini)"
nota - 2 - del bevitor Marito: di Bacco-Dioniso: era in uso che la moglie dovesse assecondare le inclinazioni del marito; per questo il Redi compose questo Ditirambo di Arianna in risposta al Ditirambo di Bacco
nota - 3 - Arianna: figlia di Minosse e di Pasifae; innamoratasi di Teseo, gli diede, quand'egli fu condannato ad essere divorato dal Minotauro, un gomitolo di filo che gli servì per ritrovare la strada d'uscita del labirinto dopo l'uccisione del mostro; fuggì poi con l'eroe, che però l'abbandonò sull'isola di Nasso, dove si fece sacerdotessa di Dioniso, che la liberò e la sposò, secondo alcune versioni del mito
nota - 4 - Panacea: pianta medicinale delle
Ombrellifere, di cui si faceva grande uso nell'antichità, perché si riteneva che
guarisse da tutti i mali
Manna: cibo caduto miracolosamente dal cielo per gli ebrei durante la loro fuga
dall'Egitto attraverso il deserto, che gli Egizi non poterono assaggiare; significa,
quindi, qualcosa di irraggiungibile
nota - 5 - delirio: alienazione di mente provocata da febbre, follia e vaneggiamento
nota - 6 - la sconsolata: priva di consolazione,
disperata; per Bacco la consolazione era il bere vino, per Arianna la
consolazione avrebbe potuto essere l'acqua, ma non ne aveva a disposizione
si moria di sete: non potendo bere più vino e non avendo a disposizione acqua
nota - 7 - Delirava e delirante: "Curiosa, ed erudita è l'origine che fanno alcuni del verbo delirare. Dicono, che deriva dal latino lirare, che significa arare, e coltivare il terreno ... Or pigliando la metafora dai buoi, i quali veramente fanno quel lavoro, che chiamasi lirare, e noi lavorare per la semente, se altri vagando se ne va fuori del solco, e dei termini della ragione, si dice che egli delira, cioè che egli opera, o parla fuori di senno, che egli non è in se. (Salvini-Bianchini)"
nota - 8 - anelante: che respirava affannosamente per la febbre e desiderava ardentemente bere
nota - 9 - garruletta: un po' noiosa e petulante perché chiedeva sempre la stessa cosa - sdegnosetta: arrabbiata, mostrava con l'atteggiamento e con le parole il suo disprezzo per il vino che le aveva causato la febbre: il tutto comunque con grazia
nota - 10 - perché il bever mi negate?: da una Canzonetta di Anacreonte:
perché mi combattete, amici, |
nota - 11 - flutto: onda, per gran quantità; tutto il periodo è costruito sull'iperbole: quantità esagerata di acqua per una sete smisurata
nota - 12 - mormorando: il mormorio è il tipico rumore dello scorrere delle acque d'un piccolo fiume; in questo caso il verbo non dà l'idea della maestosità e della grandezza del fiume Gange - frange: il corso del fiume Gange che si spezza nelle onde dell'Oceano Indiano
nota - 13 - I versi 29-31 in un'altra copia di mano del sig. Redi sono così: riportati:
E se temete il medico che gridi con la solita sua burbera cera, e voi datemi l'acqua di Nocera, che nasce là nei perugini lidi. |
nota - 14 - rabbuffi: rimproveri fatti in modo severo - malèdico: maldicente, che parla male della gente
nota - 15 - acqua di Nocera: acqua minerale leggera, che sgorga in frazione Bagni di Nocera, nella sorgente di Angelica e in frazione Schiagni nella sorgente del Cacciatore, piuttosto nota ai tempi del Redi, anche perché citata in varie poesie di autori minori del Seicento - Nocera, cittadina umbra in prov. di Perugia, che domina da un'altura la valle del Topino
nota - 16 - febbre ... còlico: per le sue caratteristiche minerali l'acqua di Nocera fa bene alla febbre e lenisce il dolore causato da una colica
nota - 17 - renella: materia minutissima simile a granelli di sabbia, - mal di petto: bronchite
nota - 18 - appigiònasi: affittasi, cartello con cui si comunica la possibilità di affittare - Scrivono Salvini-Bianchini: L'appigiònasi appicca al cataletto: cioè, fa restar voto il cataletto, fa viver molto tempo. In Toscana quando in una casa non sono abitatori, e che il padrone di essa la vuole allogare, e come altrimenti si dice, appigionare, fa scrivere in una cartella a lettere grandi, appigionasi, e fa collocare quella cartella sopra la porta di essa casa, acciocchè sia noto ad ognuno, che si ha da appigionare. A Lucca mettono sopra le porte delle case latinamente est locanda. Il cataletto è lo stesso, che la bara, dove si pongono i cadaveri, quando si espongono in Chiesa. cataletto: si indicava con questo termine sia la barella che serviva per trasportare gli ammalati all'ospedale sia il letto addobbato in modo particolare su cui veniva esposto il morto nella bara (detto anche catafalco) tipico di certi linguaggi centro-meridionali
nota - 19 - non bisogna berla a centellini: non bisogna berla a piccoli sorsi ma in grande quantità; il centellino è una piccola quantità
nota - 20 - frottole: canzoni d'argomento leggero di vario metro; anche: cosa senza verità detta o cantata per scherzare e prendere in giro le persone - riboboli: parole caratteristiche della parlata popolare fiorentina
nota - 21 - Najadi: statue del giardino di Boboli dalle quali sgorgava acqua potabile - Le Naiadi erano le ninfe dei fiumi, dei laghi e delle fonti, considerate dai Greci divinità dotate di poteri benefici e salutari - Boboli: "Col nome di Boboli si chiama comunemente in Firenze il giardino del Serenissimo Granduca. In una delle collinette si mantiene una ghiacciata per conservar quei vini che si tengono la State nella grotta incavata sotto di essa ghiacciaia." (Redi)
nota - 22 - edere: Bacco aveva la testa coronata di edera, usata perché d'estate manteneva il fresco e allontanava il pericolo d'insolazione. "Vi ha chi è stato di opinione, che l'edera consacrata a Bacco, di natura sua ella sia fredda, e che portandosi di essa coronata la fronte, possa restare estinto il calore del tracannato vino" (Salvini-Bianchini)
nota - 23 - argento: calice d'argento (ma si riferisce anche al colore argentino, tipico dell'acqua)
nota - 24 - Non è tanto ... ristretto: ho più ardore io nel petto di quante fiamme possano essere nel vulcano di Stromboli
nota - 25 - capitomboli: il capitombolo non era una caduta improvvisa dalla quale sarebbe stato difficile rialzarsi, quanto quelli "fatti dai ragazzi della plebe, i quali, ponendosi inginocchioni, mettono il capo in terra, si reggono colle mani, ed alzandosi coi piedi si arrovesciano per innanzi." (Salvini-Bianchini)
nota - 26 - Sileno: vecchio Satiro che era il balio e il compagno di Bacco e veniva rappresentato a cavallo di un asino, con un corpo molto grasso e con in testa una corona di edera o di tralci di vite, bruttissimo e ridente, sempre ubriaco; si stabilì nell'Arcadia dopo aver seguito Bacco nella conquista dell'India e fu molto amato da pastori e pastorelle del luogo - Come padre dei Sileni o Satiri era chiamato Pappasileno; a lui fu dedicato un tempio benchè fosse mortale - a bisdosso: all'indietro e senza sella - basto: robusta bardatura che si mette in groppa ai muli e agli asini (alle bestie da soma in genere) come una sella adatta a trasportare pesi
nota - 27 - dove tant'acqua spande / sotto Fiesole antica il buon Vitelli: si riferisce forse alla fonte sotterra, serbatoio d'acqua che si crede una tomba sotterranea etrusca a cupola o, più probabilmente, alla fonte lucente, tuttora zampillante, sulla strada vecchia fiesolana, vicino alla quale si trova la Villa Rondinelli Vitelli del '500, nella quale si trova una statua di Cosimo III e una tipica grotta che veniva usata per mantenere fresca l'acqua, come la grotta di Boboli (v. nota n. 21)
nota - 28 - otro: otre, contenitore per lo più di pelle; evidenzia l'iperbolica sete di Arianna - tronfio: eccessivamente gonfio, come indica anche il successivo pettoruto
nota - 29 - mezzo cavaliere: titolo dato a coloro che non potevano essere nominati cavalieri perché mancavano di imprese eroiche o di origini nobili, come Sileno, che non poteva paragonarsi a un personaggio come Arianna e come (in questo caso) l'asino in opposizione al nobile cavallo; il mezzo cavaliere era il donzello, il cavalier servente delle dame
nota - 30 - trotto: è la corsa veloce dell'asino, che non sa galoppare
nota - 31 - fauci: la parola, un po' plebaica sulle labbra di Arianna, indica il carattere scherzoso del Ditirambo, come molte altre: la sete che domina Arianna sia in gola che nell'ardore del seno, è perfino dispettosa, piena di ira e si adira per ogni ritardo che impedisce il bere
nota - 32 - Nisa: nome di una Ninfa, nutrice e ancella di Dioniso-Bacco
nota - 33 - conca / di maiolica invetriata: vaso di terracotta abbastanza capiente, più stretto alla base che all'orlo, fatto con un'argilla preziosa che si trova nell'isola spagnola di Maiorca, dove si fabbricavano celebri vasi di ceramica smaltata (invetriata); in Italia celebri le maioliche di Gubbio e di Faenza
nota - 34 - cedrata: bevanda fatta con sciroppo di cedro, pianta delle rutacee che produce un frutto dal sapore simile al limone ma meno aspro; il frutto ha un colore più giallo, una dimensione più grande e la stessa forma di quella del limone
nota - 35 - cionca: il volgo tracanna, beve avidamente e in modo scomposto una bevanda non buona; per questo invita Nisa a procurarsi la stessa acqua cedrata che viene fatta per Cosimo III, il Granduca che governa le contrade dell'Etruria (Toscana) - scrive il Redi nelle Etimologie Italiane (1685, stampate in Genova da Gio. Antonio Chouët, compilate dall'amico Egidio Menagio): "Cioncare vale bere di soverchio, e con troppa avidità; credo che sia stato detto dal modo sconcio col quale beve la broda il porco, che dagli Aretini è chiamato Cioncarino, e da' Cortonesi cioncolo."
nota - 36 - ingozzo: mandar giù nel gozzo, bere con avidità e in fretta, verbo dalla trivialità popolaresca, ribadito e rafforzato dal successivo ingollo (ingoio dopo aver masticato) e dal verso seguente dal carattere iperbolico fatti di conto io ne berrei un pozzo
nota - 37 - vorrei lungo il collo: per poter bere tanto da contenere nel collo tutta l'acqua del pozzo
nota - 38 - Cantimplora: parola composta da canta e implora: vaso di vetro, non più molto in uso ai tempi del Redi, che ha nel mezzo un vano nel quale si mettono pezzi di ghiaccio, o di neve, per rinfrescare il vino contenuto, ed aveva un lungo e grosso collo, che sorgeva da uno dei fianchi come un annaffiatoio; la cantimplora fu definita da Lorenzo Magalotti come una sorbettiera ampia e dorata
nota - 39 - Manna Iblea: sui monti Ibla, nella città di Ibla in Sicilia, si produce un miele d'api dolcissimo e rinomato: qui vale per bevanda dolce e molto gustosa - Tosca limonea: bevanda tipica della Toscana fatta con estratto di limone
nota - 40 - bottiglieria: cantina, locale in cui vengono conservate le bottiglie che contengono le bevande della Casa del Granduca di Toscana
nota - 41 - Satiraccio: dispregiativo: i Satiri erano la personificazione della natura selvaggia, esseri mostruosi dal corpo villoso e dalle orecchie aguzze, col capo adorno di piccole corna ritorte; in questo caso la maledizione contro la serva svogliata, sonnacchiosa e melensa (insulsa) è quella di avere un marito satiraccio, sgherro (uomo d'armi capace di violenze anche contro gli indifesi, come bambini e donne), vecchio, squarquoio (vecchio cascante e buono a nulla), sofistico (difficile da accontentare) in tutto, privo d'amore, che le dia pugni sul viso (mostaccio: dispregiativo: spolverare il mostaccio significa prendere a sberle sul pugni il viso), da mangiare ( ruminar: masticare e digerire il cibo; la donna è ormai assimilata alla bestia) tozzi di pane ammuffito e per consolazione una suocera furba come un diavolo che per frenesia la faccia morire;
nota - 42 - ingrassare il cavolo: morire; essere sepolto nel cimitero, che anticamente era l'orto della Chiesa; nell'ode a Pierfrancesco Vitelli scrive:
E contro me sì bestialmente ei s'anima, che vuol mandarmi ad ingrassare il cavolo. Ma faccia lui: che poco ingrasserollo, perché il freddo m'ha secco il cuoio addosso |
nota - 43 - sono gli epiteti offensivi contro la serva: segrennucciaccia: peggiorativo e dispregiativo di segrennuccia, che a sua vola è il diminutivo di segrenna, parola antica già ai tempi del Redi, che indicava una persona magra e pigra - salamistra: saccente, che fa il sapiente senza avere profonda cultura - dottoressa: era detto di donna saccente e ignorante, che si dedicava al pettegolezzo anzichè alla cultura, persona senza discrezione e moderazione, senza il senso della misura - spigolistra: donna che si nasconde dietro gli spigoli nelle chiese; è detto di quelle persone che s'ingegnano di sembrare buone anzichè esserlo, abili a parlare anzichè ad agire, superstiziose e bigotte
nota - 44 - fanciulletto: si riferisce a uno dei suoi paggi
nota - 45 - sorbetto: succo di frutta congelato con panna, zucchero e aromi, opportunamente lavorato
nota - 46 - in altra copia di mano dell'autore sono riportati i seguenti versi, che trascriviamo in corsivo, che potrebbero essere qui aggiunti
nota - 47 - tempera: temperatura, giusta misura tra il freddo della bevanda e il caldo dello stomaco e del petto
nota - 48 - nevischia: nevischio, neve finissima
nota - 49 - pappina: sorbetto a base di latte, che si poteva raccogliere e gustare col cucchiaino - bottigliere: cantiniere (spesso anche coppiere), colui che presso le case nobiliari aveva il compito di scegliere, conservare e servire i vini e le bevande in genere; più in generale era colui che fabbricava e vendeva liquori e distillati, sorbetti, acque preparate, ecc.
nota - 50 - Caronte: figlio di Erebo e della Notte; era il barcaiolo dell'Inferno, e traghettava le anime attraverso l'Acheronte, purchè esse lo pagassero con un obolo che doveva esser messo nella bocca di ciascun cadavere prima del seppellimento (traghettava anche qualche vivo, ma questi doveva presentarsi munito d'un ramoscello d'oro che doveva essere donato a Persefone)
nota - 51 - Acheronte: figlio del Sole e della Terra, fu mutato in fiume e precipitato nelle regioni infernali per aver dato da bere ai Titani nella guerra contro Zeus. Le sue acque melmose sono amarissime, straordinariamente rapide e possono dissolvere i metalli più duri. Le anime dell'inferno non potevano più riattraversarlo per tornare tra i vivi
nota - 52 - cuccioli: persona ingenua e inesperta; il medico che non è inesperto non corre il rischio che sdruccioli, sbagli, nel consigliare di gustare queste pappine (sorbetti)
nota - 53 - concozione: voce dotta del linguaggio medico ormai in disuso: digestione
nota - 54 - Andromaco: medico di Nerone, nato a Creta - gli si attribuisce l'invenzione della teriaca, potente antidoto contro i veleni animali (qui è ricordato in senso ironico)
nota - 55 - maestose: le pappine, con tanti ingredienti nuovi, delicati, un po' dolci, sono veramente impegnative e magnifiche, degne di essere presentate sulla tavola dei nobili
nota - 56 - Lattovaro: voce antica, oggi: elettuario, voce dotta farmaceutica: preparato farmaceutico composto di diversi farmaci disciolti o stemperati in miele e sciroppi, largamente usato dal Medioevo al tardo Rinascimento per la cura di svariate malattie - Litontripticone: è il lattovaro che serviva in particolare per far sciogliere i calcoli (dal greco, letteralmente significa: stritolatore di pietre) - diatriontonpipereone: voce dotta farmaceutica che indicava l'uso di tre varietà di droghe, tre tipi di pepe, in dosi variabili a seconda del composto
nota - 57 - bigoncia: "Bigoncia, o come dicono a Pistoia bicongia più vicino all'origine, è un vaso di legno, fatto a doghe, colla bocca più larga del fondo, e senza coperchio. Viene questa voce dal latino bis e congium, che si disse cogno, e i contadini dicono cogni quelli che danno al padrone per l'uva mangiata. Si adopera questo vaso nel tempo della vendemmia, e vi si pone l'uva mezzo premuta, ed ammostata, e talora il vino quando dal tino si cava. Si dice ancora in Toscana montare in bigoncia, per salire in cattedra a fare una orazione, o ad arringare. Il Varchi nel Dialogo delle Lingue così lasciò scritto: Aringare si pronunzia oggi, e conseguentemente si scrive per un R sola, e non, come anticamente, con due, e significa non solamente correre una lancia giostrando, ma fare un'orazione parlando, ed è proprio quello che in Firenze si diceva, favellare in bigoncia, cioè orare pubblicamente, e nel consiglio, o fuori." (Salvini-Bianchini)
nota - 58 - Lieo ... Dioneo: sono due appellativi di Bacco; Lieo, soprannome che vuol dire 'senza affanni', o piuttosto 'colui che allontana gli affanni'; così era chiamata nell'antichità il vino da lui prediletto, che aveva addirittura il pregio di essere una bevanda sacrificale usata durante i sacrifici in suo onore - Dioneo: amico di Diona, cioè di Venere
nota - 59 - in chiocca: in gran copia, abbondantemente; chiocca è storpiatura del latino copia
nota - 60 - gire in colombaia: espressione dal significato incerto; la colombaia è il luogo dove si radunano i colombi, e "gire in colombaia" nel gergo dell'epoca significava fare una cosa a rovescio; ma stava ad intendere anche un insieme di persone, per cui potrebbe significare anche andare in giro inutilmente, come la gente che seguiva il suonatore di cembalo, strumento musicale antico formato da un cerchio di legno su cui è tesa una cartapecora, circondato da sonagli e girelline di ottone
nota - 61 - i seguenti otto versi si trovano anche nel Bacco in Toscana
nota - 62 - Cantinette: vasi di metallo o di terracotta, pieni d'acqua e ghiaccio, in cui si mettevano in fresco le bottiglie di vino (oggi usati per lo champagne - Cantimplore: parola composta da canta e implora: vaso di vetro, non più molto in uso ai tempi del Redi, che ha nel mezzo un vano nel quale si mettono pezzi di ghiaccio, o di neve, per rinfrescare il vino contenuto, ed aveva un lungo e grosso collo, che sorgeva da uno dei fianchi come un annaffiatoio; la cantimplora fu definita da Lorenzo Magalotti come una sorbettiera ampia e dorata - bombolette: parola derivata dal Greco, diminutivo di bombola, vaso di vetro col collo torto che serviva per contenere vino o liquore, che si usava immergere nel ghiaccio o nella neve per rinfrescare il vino - anticamente si chiamava così l'orciolino dell'olio
nota - 63 - quinto elemento: essere il quinto elemento in gergo toscano significava essere una cosa necessaria; la stessa Firenze era stata denominata più volte come il quinto elemento per la grazia, la ricchezza artistica, l'intelligenza dei governanti, ecc
nota - 64 - contento: sostantivo, per contentezza, soddisfazione, gusto, piacere; è folle chi spera di provare gusto nel bere vino se questo non è ben fresco
nota - 65 - dubito di non dar la volta al canto: dubito di non impazzire; "e forse questo modo di dire è cagionato dal Canto alla mela, che è un luogo nella città di Firenze presso al quale vi è lo Spedale, dove si tengono rinchiusi i pazzi, detti i pazzerelli." (Salvini-Bianchini)
nota - 66 - aloscia: bibita di limone strizzato e bollito nell'acqua con miele e spezie (pepe e chiodi di garofano); "Il Franciosini da Castelfiorentino, Lettore in Siena di Lingua Spagnuola, traduttore nella Italiana del famoso Don Stivale, o vogliam dire Don Chisciotte, nel suo buon Dizionario Spagnuolo dice: aloja, un'acqua composta con miele, e spezie, che in molti luoghi di Spagna s'usa bere la state" (Salvini-Bianchini) - candiero: bevanda di vino o latte con tuorli d'uovo poco cotti, zucchero, nuschio, ambra gelsomino, limoncini
nota - 67 - d'Arno la bionda stroscia: "cioè, che torna in Arno, quando è molto piovuto; e si dice bionda perché è gialliccia, per esser divenuta torbida l'acqua, in riguardo alla dirotta pioggia che ha osso, e seco portato la terra dei campi." (Salvini-Bianchini)
nota - 68 - questi due versi in corsivo in altra copia di mano dell'Autore sono così composti
quaggiù nel verde Fiorentin Paese Nebbia di Scozia e Sillabub Inglese, |
abbiamo scelto i due versi in corsivo perché ci sembrano più legati al contesto sul piano sintattico
nota - 69 - Sillabub: latte rappreso con vino e zucchero; anticamente era una bevanda fatta di birra e di vin bianco dolcificata con zucchero (Salvini-Bianchini): metaforicamente sta ad indicare un fiorito e inutile discorso
nota - 70 - contese: negate
nota - 71 - sulle porte: vicino, essere sul punto di
nota - 72 - aita: aiuto
nota - 73 - fragolette moscadelle: piccole fragole con sapore di moscato - ciliege visciolette: qualità di ciliegia più piccola del normale e dal sapore acidulo, altrimenti detta anche amarena, buona per sciroppi e bevande
nota - 74 - strozza: gola, nome popolaresco e un po' volgare
nota - 75 - tinozza: tino per il vino, tinozza per l'acqua: recipiente costruito con doghe di legno; la tinozza era leggermente più piccola del tino
nota - 76 - sommergerla: ricoprire con liquidi, far affondare; se il contenuto d'una tinozza basta a far passare la paura della morte, non basta però a far passare la sete, che anzi cresce sempre più feroce quanto più ci si affatica a eliminarla, disperderla nelle bevande che vengono servite ad ogni momento
nota - 77 - smaccate: si dice di bevande tanto dolci da essere sgradevoli
nota - 78 - Giulebbi: bibite a base di acqua zuccherata e aromatizzata
nota - 79 - acqua schiettissima: "L'acqua per cavare, e spegnere la sete è molto migliore del vino, e spezialmente se vi si aggiugne l'agro di cedro, o di limone. Il Firenzuola in un suo capitolo in lode della sete, dopo aver detto che Artaserse bevve con gustoso piacere dell'acqua, che gli diede in campagna un contadino, soggiugne:
Avea una gran sete il poverino patito un pezzo, e vedevela quasi; però gli parse l'acqua me' che 'l vino |
(Salvini-Bianchini)
nota - 80 - pretto: o puro si dice di vino non mischiato con acqua - bandito ed interdetto: allontanato e proibito; come Bacco aveva maledetto l'acqua e allontanato da sè chiunque la bevesse, così Arianna maledice il vino, del quale cita i migliori di Firenze e di Napoli
nota - 81 - zipoli: voce antica: "turacciolo di legno, col quale si turano le cannelle delle botti, de' caratelli, e di altri somiglianti vasi". (Salvini-Bianchini)
nota - 82 - Ripoli: "Il Pian di Ripoli è una piccola deliziosa pianura vicino a Firenze, posta tra alcune vaghe, e dilettevoli colline, e 'l fiume Arno, dalla quale ha preso la denominazione un'antica Badia de' Monaci Vallombrosani." (Salvini-Bianchini)
nota - 83 - caratello: piccola botte per vini pregiati
nota - 84- Polisippo: altro nome di Posillipo: il vino di Posillipo è denominato Greco
nota - 85 - i versi in corsivo si trovano in altra copia dell'autore che abbiamo aggiunto nel testo perché ben legati al resto, con una piccola differenza nel quarto verso che in un'altra copia è riportato in questo modo:
e si bestemmi quella rea Vernaccia |
nota - 86 - Somma: Somma Vesuviana, in prov. di Napoli
nota - 87 - acheronteo: da Acheronte, il fiume infernale che le anime dovevano attraversare per entrare nel Tartaro o Erebo
nota - 88 - che in mille mali i nostri corpi allaccia: che procura ai nostri corpi molti mali ed altri li aggrava; è notorio che il Redi non era un bevitore di vino, anzi come medico spesso lo sconsigliava, specialmente se bevuto puro, non innacquato, come ebbe a scrivere anche a Monsigmor Rinaldo degli Albizi, lodando al contrario tutte le bevande fatte con acqua
nota - 89 - Portughese pimentera: "Pimentera da pimenta, cioè pepe. In una relazione venuta all'Autore di Portogallo, e da lui lasciata con questo frammento di Ditirambo, si legge: tra tutte l'acque che sono in Lisbona, la meglio di tutte è una di Pimenteira, lontana dalla città quattro miglia, vicina questa fonte a Alcantara, palazzo celebre del Re di Portogallo, dove va a ricrearsi alcuni giorni della settimana a caccia, perché qui c'è una grande bandita (ristorante, ndr), che noi la chiamiamo 'a Tapada' nel nostro idioma portughese. Da questa acqua bebe sempre il Re di Portogallo, e della medesima bebè sempre il nostro Sereniss. Granduca tutto il tempo che stette in Lisbona." (Salvini-Bianchini)
nota - 90 - Sanese Fontebranda: è la più famosa delle fontane senesi e si trova al termine della via Santa Caterina; ricordata già nel 1081, rifatta nel 1246 tutta in laterizi, viene fatta risalire ai tempi romani, a una fons Blandusiae cantata da Orazio; si diceva tra l'altro che l'acqua fosse buona per curare la gotta
nota - 91 - Ricardi Marchese Riccardi, Cavaliere fiorentino, presente già nel Bacco in Toscana
nota - 92 - oppilazion: voce medica: chiusura, occlusione
nota - 93 - Teseo: figlio di Egeo, re di Atene, e di Etra, figlia del saggio Re Pitteo, eroe dell'impresa contro il Minotauro. Il Re Minosse assediò Atene, dopo che gli Ateniesi gli avevano ucciso il figlio Androgeo, costringendo la città a mandare in pasto al Minotauro, che si cibava solo di carne umana, sette fanciulle e sette fanciulli all'anno. Teseo si recò a Creta e aiutato da Arianna, dalla quale ebbe un filo che gli permise di non smarrirsi nel Labirinto, uccise il Minotauro, liberò i prigionieri e tornò trionfante in Atene insieme ad Arianna che venne abbandonata su uno scoglio dell'isola di Nasso (solitaria balza), dove la trovò Dioniso che la sposò, donandole una corona d'oro, capolavoro di Efesto
nota - 94 - fiera doglia: fiero dolore (si mischiano i due motivi: essere stata abbandonata da Teseo ed essere in preda a una ardente sete
nota - 95 - setardente: priva di acqua, e quindi ardente di sete
nota - 95 - allumi: riesca a vedere; sulla spiaggia lo sguardo umano non riesce a vedere una fonte o un fiume o un lago, ecc.
nota - 97 - asfalto: bitume solido che si può facilmente fondere, abbondante sulle rive del Mar Morto, non ancora usato per costruire strade
nota - 98 - Pratolino: "La fonte Docciuola di Pratolino, villa del Granduca di Toscana, fatta fabbricare dal Granduca Francesco ... Lo stare presso alle fonti suole altrui cagionare quiete, contento e allegria." (Salvini-Bianchini)
nota - 99 - stroscia: lo stesso che croscio, rumore continuo tipico della pioggia o dell'acqua che cade
© 1996 - by prof. Giuseppe Bonghi - E-mail: Giuseppe.Bonghi@mail.fausernet.novara.it
Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 1998